Prima di continuare, invito alla lettura dell’articolo originale di Fabio Fazio (Oggi, 20 aprile 2022): https://blog.oggi.it/fabio-fazio/2022/04/20/e-accettabile-che-i-ragazzi-siano-istruiti-da-chi-nega-la-scienza/
Il suo fascino signor Fazio, quello che la fa tanto amare dalle signore bene, lo saprà anche lei, sta proprio nella sua attitudine a tirare sempre il freno a mano, a dosare con accurata precisione ogni commento e opinione, a tenere a bada quella “linguaccia” della Litizzetto, così che il suo storico programma “Che tempo che fa” non si trasformi mai in un’arena dove impera la legge del più forte – almeno questo bisogna riconoscerglielo – ma sia piuttosto il regno indiscusso del sempre moderato cerchiobottismo.
Eppure, al rientro a scuola dei professori sospesi per aver rifiutato il vaccino Covid-19 (per fortuna non ancora a contatto con gli studenti, ma relegati nell’ombra delle sale insegnanti a sviluppare progetti didattici e attività di supporto), Lei si sente in dovere di manifestare accorata preoccupazione e malcelato sdegno perché, quando questi soggetti potranno ricominciare a insegnare, quali terribili conseguenze dovranno subire i nostri ragazzi?
Nessuna remora dunque, nessuno di quei suoi tipici abbozzi imbarazzati, nell’affermare in sostanza che chi rifiuta di piegarsi senza fiatare ai diktat di un Governo non eletto, automaticamente non crede nella Scienza e quindi non potrà che essere un cattivo insegnante.
Sì perché di questi tempi la Scienza ha la S maiuscola e, come Dio, non può essere messa in discussione, nemmeno dagli scienziati stessi se al di fuori della cricca governativa; bisogna crederci, fidarsi e basta.
Lo storico e rassicurante faziano buonismo dunque, non si applica ai facinorosi no-vax, che si permettono persino di manifestare contro il Greenpass nelle piazze, come mostrato nella foto a corredo dell’articolo per dare anche a intendere, nella più classica delle semplificazioni del nostro giornalismo contemporaneo, che si tratta sempre degli stessi, che chi manifesta è anche chi non si vaccina e viceversa.
Evidentemente Lei in una piazza di recente non c’è stato, altrimenti saprebbe che è pieno di persone vaccinate che non condividono comunque l’imposizione del Greenpass e di danneggiati dai vaccini stessi, oltre che da non vaccinati.
Ma sono solo dettagli, quello che conta è che non sia data a questi insegnanti l’opportunità di fare il proprio lavoro, sì certo, per proteggere i ragazzi dal contagio, ma come lei tiene a sottolineare “soprattutto per non dare il segnale sbagliato”.
Quale sia non è dato saperlo con precisione per quanto trapeli viva la preoccupazione di dare a intendere, dandogliela vinta, che possano avere avuto ragione a esercitare i propri diritti.
In effetti Lei, signor Fazio, si astiene da argomentare questo, come praticamente tutti i punti che tocca nell’articolo, scritto forse “senza impegno”, come d’altra parte si intitola la sua rubrica.
Quando afferma ad esempio che l’atteggiamento di questi insegnanti è stato antiscientifico, cosa intende esattamente? Al momento dell’entrata in vigore dell’obbligo vaccinale per questa categoria lavorativa, già erano numerosissimi gli studi scientifici pubblicati da riviste prestigiose (rigorosamente in peer-reviewed), che mettevano in risalto il fatto che il vaccino non impedisce il contagio, né la contrazione dell’infezione[1].
Non è forse Scienza questa? Pare di no; è solo scienzaconlaessepiccola, perché non timbrata dal nostro CTS, composto da elementi scelti ancora non si sa bene con quale criterio.
Ma c’è di più; Lei sostiene non solo che l’atteggiamento di chi ha rifiutato il vaccino è antiscientifico, ma anche pericoloso per sé e gli altri.
In che modo dunque un professore triplodosato che contrae il virus (solo nella scuola dei miei figli i casi sono numerosissimi, anche se negli istituti nessuno raccoglie questo genere di dati e quindi non ne esistono di ufficiali) è meno pericoloso di uno non vaccinato? Gli studi sopracitati hanno rilevato anche che la carica virale è la medesima. Questo per quanto riguarda gli altri. Se poi consideriamo che la maggior parte degli insegnanti dovrebbe avere meno di sessantacinque anni (prima fascia di età pensionabile per la categoria), il rischio di mortalità si attesta intorno allo 0,05% (secondo una media mondiale precedente ai vaccini di ottobre 2020)[2].
Quindi viene da chiedersi se sia Lei, signor Fazio, a non essere adeguatamente informato, meno di sicuro degli insegnanti che vorrebbe mettere alla gogna.
Eppure Lei è un giornalista. Gli insegnanti hanno la responsabilità di ciò che dicono dalla cattedra ai propri studenti, come ci fa più volte notare, ma della responsabilità di chi scrive su un settimanale o conduce una trasmissione televisiva nei confronti della popolazione tutta?
Lei si chiede cosa potranno insegnare ai ragazzi. Io le rispondo: a pensare.
Che poi dovrebbe essere l’unico vero compito della scuola.
Invece sembra proprio che per Lei sia più importante che venga insegnato loro a eseguire (ciò che più avanti definirà senso di responsabilità).
Se chi ha esercitato il proprio diritto costituzionale a decidere in autonomia quali trattamenti sanitari far subire al proprio corpo, è un cattivo esempio, allora se ne deduce che chi è andato a farsi siringare senza porsi alcuna domanda, in nome di un senso di responsabilità sbandierato come status sociale, sia invece quello da seguire.
Se si vogliono trasformare le scuole in accademie militari, probabilmente ha ragione.
Dice poi che 160 mila morti per covid in Italia sono un fatto, non una sua opinione.
E qui, a questo punto, non posso credere sia ignoranza. È impossibile non le siano arrivate le polemiche riguardo il fatto che il conteggio dei morti in Italia sia notevolmente più alto di quello di altri paesi Europei (ad esempio 133.000 in Germania e 140.000 in Francia, rispettivamente con 24 milioni e 8 milioni di abitanti in più e con percentuali di vaccinati inferiori alle nostre). O che nel conteggio dei morti siano stati compresi tutti coloro che hanno contratto l’infezione, anche se guariti e poi morti per altre ragioni.
L’altro fatto a suo dire inopinabile è il lockdown, “l’incubo che abbiamo attraversato”, che abbiamo dovuto sopportare prima dell’arrivo dei vaccini; come fosse anche quella una calamità naturale, come se non fosse stata ancora una volta una scelta politica, più volte peraltro messa in discussione da studi che ne hanno decretato la scarsa utilità dal punto di vista del contagio e l’innegabile dannosità da quello economico[3].
Saltando poi gli esempi estremi che vengono fatti, tutti in un unico calderone (terrapiattisti, negazionisti, razzisti, maghi, stregoni e chi non si fida della Scienza) per dare un limite a questo sacrosanto diritto all’insegnamento che da una parte si continua a citare e dall’altra a negare proprio attraverso questi accostamenti privi di logica, si arriva alla conclusione.
“Ecco: chiedere a chi ha tenuto comportamenti palesemente irresponsabili, di educare alla responsabilità, mi pare sia chiedere troppo.”
La certezza con cui definisce irresponsabili questi insegnanti, mi fa presupporre che non le sia giunta nemmeno la notizia che l’8 aprile 2022 (solo 12 giorni prima del suo articolo!) il Parlamento tedesco abbia bocciato la proposta di qualsiasi obbligo vaccinale Covid-19, persino per gli over 60. E questo a seguito di una lettera aperta, inviata da un’associazione di giudici a tutti i membri del Bundestag nella quale avvertivano che, se avessero votato per l’obbligo, si sarebbe profilato il reato di tentato omicidio plurimo doloso.
I parlamentari stessi sarebbero stati ritenuti responsabili quindi di eventuali danni derivati dall’inoculazione obbligatoria e perciò hanno votato contro.
I dati sugli effetti avversi infatti cominciano a essere preoccupanti, ma forse solo in Germania.
O forse in Germania i magistrati sono più liberi di esercitare la professione perché meno politicizzati? O forse i giornalisti tedeschi hanno deciso di cominciare a fare il proprio mestiere dedicando tempo e spazio anche agli eventi avversi da vaccino, a differenza che in Italia?
Non sono domande retoriche, realmente non lo so.
Sta di fatto che qui non siamo in Germania e farsi queste domande equivale a essere un’irresponsabile.
[1] Non potendo citare tutti gli studi a questo proposito, si rimanda all’articolo di Panagis Polykretis – Biologo, PhD in Biologia Strutturale, dal titolo “Obbligo vaccinale: si può parlare di misura dettata dalla scienza?” apparso su L’indipendente online il 2 febbraio 2022, all’interno del quale sono elencati quelli più importanti.
[2] E’ la stima riportata dallo scienziato della Stanford University, John Ioannidis. Numeri che scaturiscono da un lavoro (sottoposto a peer review, secondo quanto indicato), nell’ambito del quale sono stati analizzati 61 studi (74 stime) e 8 stime nazionali preliminari sull’Infection fatality rate (Ifr) di Covid-19.
[3] Lo studio della Johns Hopkins University e quello della Standford University sono solo due dei più noti.
Gli ormai tristemente noti slogan tipo “La scienza non è democratica”, ora vengono scagliati come pietre da chi la scienza di fatto non conosce. Per mia esperienza spesso sono persone affascinate dalla scienza, della quale comprendono molto poco ma alla quale attribuiscono un potere assoluto, quasi “magico” e che finalmente in questa occasione possono in qualche modo “possedere” facendosi portavoce di questa nuova forma di odio da scagliare contro chi ritenuto “nemico della scienza”. In loro si realizza una illusoria presa di coscienza del loro nuovo potere simile alla narrativa del film “il pianeta delle Scimmie”. Chi conosce la Scienza (con la S maiuscola) comprende che si tratta di una ricerca della verità in perenne evoluzione. La scienza è ricca di contraddizioni che con grande pazienza, dedizione e umiltà vengono pian piano comprese. Lungo il cammino di studio e ricerca nuove conquiste del sapere aprono la strada a nuovi interrogativi e a nuove contraddizioni da esplorare. Questa è la Scienza, il resto è solo politica e manipolazione delle ottuse masse.