ammazzacaffè

o a conclusione di un pezzo indigesto

Ammazzacaffè dopo: “Lo Zar, le sanzioni e gli utili idioti” di Nathalie Tocci.

  • di Vanina Sartorio

Sono tra il ridicolo e l’imbarazzante i contorsionismi linguistici che lei, signora Tocci, mette in atto da mesi dal pulpito de La Stampa per tentare di legittimare le posizioni filo-atlantiste a proposito della guerra Russo-Ucraina.
A cominciare dal titolo della sua ultima crociata anti-Putin (“Lo Zar, le sanzioni e gli utili idioti”), assistiamo alla completa mancanza di rigore nel sostenere le sue accuse.

Ammazzacaffè dopo: “Cara No Vax, stia pure a casa” di Natalia Aspesi

  • di Lila Veneziani

Sono perfettamente consapevole che partire da una lettera di Natalia Aspesi (Venerdì di Repubblica) allo scopo di iniziare un paziente e meticoloso tentativo di smantellamento della Propaganda Pandemica di Stato (PPS) sia esercizio forse sin troppo facile, ma esistono almeno due buone ragioni per farlo:
la prima è che la risposta della Aspesi è un sunto fantastico

Ammazzacaffè dopo: “Facciamo schifo” di Massimo Gramellini

  • di Roberto Li Causi

In questo pezzo lei espone la sua personale opinione sulle idee, o meglio su pochi concetti decontestualizzati e opportunamente ridotti, del professor Orsini in merito al conflitto in corso in Ucraina. Curiosamente, proprio la forma sintetica e obbligata dei suoi “caffè” risulta propedeutica all’improbabile reductio ad absurdum delle tesi altrui, dovendosi questa concludere nei limiti imposti dall’angusto…